2024: le previsioni degli esperti di tecnologia

Pubblicato il 12 gennaio 2025 alle ore 11:11

L'anno appena trascorso ha portato cambiamenti epocali nel panorama tecnologico. Per molti, il 2023 sarà ricordato come l'anno dell'intelligenza artificiale (IA) e del machine learning, con il boom delle piattaforme come ChatGPT e BardAI. Ma è stato anche l'anno in cui le multinazionali hanno iniziato a valutare la sostenibilità sul lungo periodo delle soluzioni di lavoro remoto e ibrido, affrontando questioni relative allo smart working, alla produttività e alla sicurezza informatica.

Gli sviluppi del 2023 sono stati tali e tanti da rendere difficile prevedere cosa ci porterà il 2024 nel settore tecnologico. Continueremo ad assistere a progressi sbalorditivi nell'IA? Le tecnologie immersive avranno un impatto permanente sulle aziende e sul quotidiano? Abbiamo trovato la risposta a queste e a molte altre domande, rivolgendoci alla nostra comunità di esperti: ecco le loro intuizioni e previsioni sulla tecnologia nel 2024.

Innovazione ed esperienze immersive

La Realtà Aumentata (AR) e la Realtà Virtuale (VR) hanno già mostrato molti progressi e mutamenti da quando sono state introdotte. Rob May è convinto che questi mutamenti proseguiranno nel corso del 2024: "le esperienze digitali immersive verranno rivoluzionate dai progressi dell'AR/VR, che diverranno capaci di offrire ambienti più realistici e interattivi e una perfetta integrazione con gli elementi del mondo reale, così da migliorare l'istruzione, l'intrattenimento e il lavoro a distanza".

È del resto evidente che, integrandosi con l'IA, le tecnologie immersive potranno generare esperienze immersive migliori per gli utenti, grazie al potenziale di personalizzazione dell'IA. Elena Carstoiu sottolinea le possibili implicazioni commerciali di questo binomio: "Uno studio ha rivelato che il 58% dei consumatori sente l'influenza delle esperienze immersive nelle proprie decisioni di acquisto. Di conseguenza, diviene sempre più importante per il processo di vendita arrivare a fornire un'esperienza digitale immersiva. Ma per riuscire ad attrarre e coinvolgere in modo efficace bisogna necessariamente sfruttare il potere dell'IA". Infatti, le crescenti aspettative di personalizzazione dei consumatori hanno ridotto la capacità di generare emozioni e coinvolgimento delle esperienze immersive generiche, che occorre quindi rendere personalizzate per gli utenti cui sono rivolte.

E anche se si tratta di esperienze che avvengono nella dimensione digitale, sarebbe sbagliato ignorare l'impatto che queste innovazioni hanno nella dimensione fisica. Geoffrey Petit osserva infatti che "CPU, RAM, GPU, SSD, reti e bus di dati stanno diventando sempre più veloci, al pari della risoluzione grafica e degli FPS che continuano ad aumentare, il che consente di elevare la qualità dell'esperienza vissuta dagli utenti delle applicazioni AR/VR". Simon Besteman aggiunge che l'Apple Vision Pro, presentato all'inizio di quest'anno e il cui lancio è previsto per marzo 2024, sarà solo il primo passo compiuto dalla nuova generazione di cuffie per la Mixed Reality (MR): "I dispositivi di nuova generazione, come le cuffie di Apple, mirano a un'interazione molto più profonda con l'utente, essendo capaci di rilevare il movimento degli occhi, la temperatura, persino l'attività elettrica della pelle". Tutti questi dati aggiuntivi, oltre a consentire di personalizzare l'esperienza immersiva, arriveranno anche a offrire esperienze sensoriali che si spingeranno al di là del solo udito e della vista.

Diviene sempre più importante per il processo di vendita arrivare a fornire un'esperienza digitale immersiva. Ma per riuscire ad attrarre e coinvolgere in modo efficace bisogna necessariamente sfruttare il potere dell'IA. 

Elena Carstoiu

Tecnologia e lavoro ibrido

Nonostante la gran parte del mondo sia tornata in ufficio dopo la pandemia COVID-19, il lavoro ibrido e a distanza risulta oggi essere molto più diffuso rispetto al periodo pre-pandemia. Ciò ha innescato dibattiti sui vantaggi e gli svantaggi del lavoro ibrido e quasi sempre al centro di queste discussioni si trova la tecnologia, come elemento di rischio e di opportunità.

Nel 2024 potrebbe iniziare a crescere l'attenzione rivolta verso la personalizzazione e il miglioramento dell'esperienza di lavoro ibrido offerta ai dipendenti, il che darebbe vita ad ambienti di lavoro più inclusivi e flessibili. Secondo il parere di Frank Jennings, dobbiamo aspettarci di vedere "strumenti di collaborazione e di decisione evoluti, capaci di elaborare dati in tempo reale, grazie ai quali potersi concentrare l'attenzione sulle mansioni e sui punti di forza di ciascun dipendente, prendendosi cura del loro benessere mentale (...) Assisteremmo a una crescita del livello di efficienza e di felicità dei dipendenti". Kate Sukhanova vede la personalizzazione andare ancora più avanti: "Assisteremo alla comparsa degli avatar (metaverso o altro) nei luoghi di lavoro, che diverranno così sempre più efficienti."

Ovviamente l'intelligenza artificiale giocherà un ruolo fondamentale nel futuro del lavoro ibrido, soprattutto per quanto riguarda l'automazione dei compiti. "Le tecnologie di automazione e intelligenza artificiale continueranno ad evolversi per rendere automatiche le attività ripetitive e migliorare la produttività. Tali tecnologie saranno applicate all'analisi dei dati, all'adozione delle decisioni e all'ottimizzazione dei processi", prevede Dr. Philippe Vynckier. Gli strumenti di IA sono già utilizzati dalle aziende per automatizzare le attività, anche se il dibattito sui tipi di lavoro da automatizzare è ancora in corso non si conosce l'impatto che ciò avrà sui lavoratori e sul loro posto di lavoro.

Ma forse la domanda più importante da porsi è se il lavoro ibrido è destinato a scomparire. Simon Besteman suggerisce che è troppo presto per dirlo, ma la sostenibilità a lungo termine del lavoro ibrido dipende dallo sviluppo e dalla diffusione della tecnologia: "La resistenza di datori di lavoro e dipendenti andrà affrontata con soluzioni tecniche. Il futuro del lavoro ibrido dipenderà dalla qualità della risposta tecnologica." Da un'altra prospettiva, Mike Gillespie si considera più ottimista riguardo al lavoro ibrido, ma concorda sul fatto che la tecnologia giusta potrà fare la differenza nell'approccio al lavoro ibrido di un'organizzazione: "L'attuale ricorso a metodi di lavoro tradizionali, che vedono le persone costrette a passare attraverso canali VPN per accedere a sistemi, servizi e informazioni, va riconsiderato."

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